Originaria del Nord America, la Trota Iridea è stata introdotta nelle nostre acque e quelle europee verso la fine del secolo scorso, presentando subito problemi di acclimatamento a causa delle diverse condizioni dell’ambiente e per questo raramente è in grado di riprodursi autonomamente.
Sul principio l’immissione in acque libere a dato ovunque risultati deludenti, per la riproduzione, ma, a differenza di altre specie e la più facile da allevare artificialmente dando il via ad una vera e propria industria di troticoltura, sia per ripopolare i corsi d’acqua, sia per incrementare il mercato.
La sua livrea costituisce l’elemento più inequivocabile di distinzione tra la Fario e l’Iridea; sovente caratterizzata da una colorazione roso-purpurea (da qui l’appellativo di “trota arcobaleno”) lungo tutta la linea laterale con sfumature verde bruno sul dorso, i fianchi sono leggermente più chiari con il ventre biancastro. Il mantello dell’Iridea ha una tipica punteggiatura fatta di tante piccole macchioline nere cha vanno dalla testa alla coda, simile nell’aspetto alla Trota Fario, presenta alcune caratteristiche marcate e sufficienti a consentire la distinzione fra le due specie. Infatti, l’Iridea ha l’apertura boccale meno ampia, il corpo più slanciato, il muso più tozzo e la testa più piccola. La coda è più incisiva, in contro ha tutte le altre pinne meno sviluppate.
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