Buon anno scolastico ai bambini di tutta la valle.
Scrivo queste poche righe in una piovosa serata autunnale del 2010. Questa foto ha la bellezza di ottantacinque anni, poiché è stata scattata nel cortile della scuola di Meugliano nella primavera del 1925, sul volgere al termine dell’anno scolastico 1924/25.
La scuola di Meugliano, prima di chiudere negli anni ’50 del secolo scorso, funzionò per più di un centennio nella casetta a monte del paese che possedeva due aule al piano terreno e l’alloggio del maestro cappellano al piano superiore. L’edificio era di proprietà della famiglia Gattino e quindi dei conti Ricardi di Netro, munifici sostenitori della scuola. La sede possedeva tutte la classi dalla prima alla quinta e raccoglieva i bambini di Meugliano e Novareglia per tutte le classi e Trausella per gli ultimi due anni.
V’erano solitamente due insegnati, uno dei quali era il maestro cappellano dei conti Ricardi.
La scolaresca del 1924/25 era così composta:
Sisto ALLAZETTA
Achille BELLINO
Elvira BELLINO
Melli BELLINO
Aldo BOGLINO
Gemma CANALE
Marianna CARGNINO
Guglielmo GLAUDO
Ernesta FONTANA RIO
Luigi FONTANA RIO (Lois dij Reje)
Anna FONTANA ROS
Michelino MARTEN CANAVESIO
Pierino MARTEN CANAVESIO
Alessandro MARTINALLO (Sandro ‘t Capello)
Fanny MARTINALLO
Esterina MARTINALLO MENOLE
Mariuccia MARTINALLO MENOLE
Domenica OLIVETTI
Marco PASTORE
Antonio PROLA
Eugenio PROLA ..
Rita PROLA
Teresina PROLA (Teresina dij Capurai)
Ugolina RODDA (Rina)
Anna SAUDINO CEIS
Ampelio SCHIAGNO
Battista ZENERINO
Adelina ???
Elda Maddalena
Ermina Sassatelli
Certo non è facile identificare ognuno in questa fotografia, però ci sono tutti.
Quante storie di diversa umanità!
Sisto Allazetta combatté nel Secondo Conflitto Mondiale agli ordini del Duca Vittorio Amedeo D’Aosta, dando corso alla coraggiosa resistenza sull’Amba Alagi che valse l’onore delle armi ai militi italiani. Fatto prigioniero dei soldati britannici, trascorse alcuni anni in India. Sisto, era per i meuglianesi “Il piccolo alpino” che sapeva ragionare d’ogni cosa, che conosceva i segreti della terra e aveva imparato a parlare discretamente l’inglese.
Mellì Bellino, accumulò un ottimo bagaglio culturale e di esperienze girando il mondo con suo marito, il convalligiano e impresario Pietro Rudellat.
Aldo Boglino, con la sua lunga barba rossa, è rimasta una figura indimenticabile per il suo paese, Trausella, nel quale fu vice sindaco e del quale è attualmente sindaco il figlio Michelangelo.
Gemma Canale, passò una vita nelle scuole, ottima e apprezzata insegnante elementare, di quelle vere e severe Signore Maestre d’altri tempi.
Pierino Marten Canavesio, di Novareglia anche lui trascorse molti anni nelle scuole facendo il bidello. Certo erano i tempi in cui un riguardo che prescindeva da una sana educazione alle nuove leve, imponeva di chiamarlo Signor Bidello e in cui quella figura incuteva timore e rispetto agli alunni.
Alessandro Martinallo di Trausella è stato uno dei grandi artisti del legno della valle. Scultore d’eccellenza, rimangono famosi i suoi “Mostri”, ossia tronchi d’albero di particolare fattura da lui reperiti qua e là e lavorati con sapienza. Nella sua bottega, mentre ultraottantenne ancora dava animo alle sue opere, perse la vita in un tragico incidente.
Domenica Olivetti, figlia del storico Sòcolat (artigiano che creava gli zoccoli) di Meugliano e Marco Pastore di Novareglia, sono vicini nell’elenco alfabetico e lo sono stati anche nella vita: sposatisi hanno avuto due figli e hanno condotto una felice e laboriosa vita insieme.
Che bella foto!
La casa della scuola è stata venduta quest’anno e ora è in fase di ristrutturazione. Chissà come cambierà questo edificio carico di memorie?
Rimane solo più il ricordo e il frutto che queste diverse vite hanno lasciato.
Don Giuseppe Rivara fu cappellano per sessant’anni a Meugliano e maestro per più di quaranta. Arrivato in paese da Rivarolo nel 1908 come cappellano della contessa Flaminia Ricardi di Netro (vedi pagina sul nostro sito), si spense ottantaseienne nel 1968. Era severo e piuttosto crudo. I suoi allievi rimanevano incuriositi dall’orto che aveva realizzato scavando una profonda e lunga buca al fondo del terreno della scuola, che nella stagione invernale veniva chiusa da assi e a cui si accedeva con una scala a pioli, nella quale crescevano ortaggi in ogni stagione dell’anno.
I suoi allievi di quell’anno scolastico chi prima, chi dopo, hanno raggiunto il loro maestro. È una piovosa serata di inizio ottobre. Da dietro le finestre della sua camera rimane solo più Nicca (Domenica Olivetti) a scrutare l’orizzonte col fardello delle sue novantatre primavere, cariche di ricordi, di lavoro, di gioie e di sofferenze. Rimane lei con la sua mente ancora lucida dopo ottantacinque anni, ultima superstite di quella fotografia che, con i suoi amici e col maestro, la fece stare così tanto tempo in posa sotto la bandiera con lo stemma sabaudo ad attendere che il fotografo, coperto sotto un telo nero, con la sua enorme macchina fotografica scattasse quell’immagine con quell’improvviso e fumoso flash.
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